Lo studio: Quello frusinate è tra i tre capoluoghi italiani nei quali il tributo è diminuito di più negli ultimi cinque anni: -22,7%
La tassa è scesa di oltre cento euro a famiglia. Nel Lazio aumenti esponenziali a Roma, Latina e Viterbo.
Tra il 2017 e il 2021, ovvero in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti (Tari), in Italia, è aumentata in media del 6,7%, mentre nell’ultimo anno l’aumento è stato pari all’1,2% rispetto al 2020. In questo contesto a tinte fosche esiste, però, un’isola felice che si chiama Frosinone, considerato che, nel capoluogo ciociaro, mentre in gran parte dell’Italia il peso del tributo è aumentato sulle spalle dei cittadini, nell’ultimo quinquennio, la tassa sui rifiuti è diminuita del 22,7% (terza miglior performance su 105 capoluoghi di provincia, meglio hanno fatto solamente Potenza e Rovigo), e tra il 2020 e il 2021 la riduzione è stata del 4,3%. La fotografia è stata scattata dallo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio Uil che ha elaborato i costi in 105 città capoluogo di provincia, prendendo come parametro di riferimento una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 metri quadrati. Nelle città in cui è in vigore la tariffa puntuale (Tarip/Taric) si è fatto riferimento agli “svuotamenti minimi” e le tariffe sono comprensive dell’Iva al 10%. La Tari è comprensiva del tributo provinciale ambientale (Tefa). «In valori assoluti – spiega Ivana Veronese, Segretaria Confederale Uil – le famiglie italiane hanno versato, nel 2021, per la tariffa rifiuti, 309 euro medi a fronte dei 305 euro del 2020 e dei 290 l’anno a famiglia; a Crotone si sono versati 476 euro; a Pisa 474 euro; a Siracusa e Benevento 472 euro; a Brindisi 466 euro; a Trapani 465 euro; a Reggio Calabria 461 euro; a Salerno 455 euro e a Messina 450 euro. Si è pagato decisamente meno a Potenza, 141 euro l’anno a famiglia; a Novara e Trento 167 euro; a Belluno 176 euro; a Macerata 182 euro; a Brescia 184 euro; ad Ascoli Piceno 188 euro; a Fermo 191 euro; a ercelli 193 euro e a Pordenone 194 euro. Per quanto riguarda le Città Metropolitane, la tassa sui rifiuti è pesata per 461 euro all’anno a famiglia a Reggio Calabria; a Messina per 450 euro; a Napoli per 442 euro; a Genova per 417 euro; a Bari per 414 euro; a Catania per 403 euro; a Cagliari per 386 euro; a Milano per 336 euro; a Torino per 329 euro; a Roma per 327 euro; a Venezia per 320 euro; a Palermo per 282 euro; a Firenze per 243 euro e a Bologna per 228 euro. Tra il 2020 e il 2021 la Tari è aumentata in 57 città tra cui: Roma, Torino, Genova, Venezia e Trieste. È rimasta stabile in 26 tra cui: Bologna, Milano, Napoli, Palermo e Reggio Calabria. È diminuita in 24 città tra cui: Frosinone, Cagliari, Firenze, Perugia e Trento. «Nello specifico – commenta la Segretaria della Uil, Ivana Veronese – tra il 2020 e il 2021 a Vibo Valentia si registra un aumento pari al 39,6%; a Terni del 27,4%; a Como del 21,3%; a Bolzano del 18,4% e a Bari del 16,5%. A Rovigo, tra il 2020 e il 2021, invece, si registra una diminuzione della tassa pari al 23%; a Cagliari del 15,7%; a Trento del 13,5%; a La Spezia del 12,9% e a Monza del 10,4%. Nelle città metropolitane, invece, la Tari aumenta a Bari del 16,5%; a Genova del 12,4%; a Venezia del 5,4%; a Roma dell’1,4% e a Torino dello 0,1%. Mentre diminuisce del 15,7% a Cagliari e del 2,5% a Firenze». Negli ultimi cinque anni, invece, la Tari è aumentata, mediamente, a Vibo Valentia del 49,1%; a Crotone del 36,8%; a Bolzano del 33,9%; a Imperia del 27,8% e a Viterbo del 25,4%. A Potenza, negli ultimi cinque anni, si è registrata una diminuzione della tassa pari al 43,3%; a Rovigo del 26,5%; a Frosinone del 22,7%; a Forlì del 15,9%; a La Spezia del 13,8% e a Cagliari del 13,7%. Se si guarda al Lazio, Frosinone è il capoluogo che ha fatto registrare il decremento maggiore rispetto a tutti gli altri; a seguire solo Rieti con -9,1%, mentre in tutti gli altri la tassa è cresciuta in maniera esponenziale: Roma +4,6%, Latina + 7,6%, Viterbo addirittura +25,4%. Anche nel raffronto tra il 2020 e il 2021 Frosinone e Rieti sono gli unici capoluoghi del Lazio in cui la Tari scende: -4,2% a Frosinone, -6% in Sabina; a Latina è aumentata dello 0,2%, a Roma dell’1,4%, a Viterbo del 3,9%. Con il potenziamento della differenziata da parte dell’amministrazione Ottaviani, in cinque anni, i cittadini di Frosinone hanno pagato più di cento euro in meno: si è passati, infatti, dai 447,31 euro del 2017 ai 345,57 euro del 2021. Un bel risparmio per le tasche dei frusinati. «Dai dati scaturiti dallo studio, si evince che non c’è soltanto il tema del caro bollette elettriche, che pesa sui consumi delle abitazioni, ma anche il tema delle tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Tariffe che gravano sul bilancio delle famiglie soprattutto nel Mezzogiorno, dal momento che tra le prime dieci città dove la Tari è più alta, nove sono ubicate in quest’area del Paese. Rimane immutato il tema dell’efficienza e dell’efficacia del servizio e a tal fine – conclude la Segretaria Confederale della Uil, Ivana Veronese – bisogna accelerare gli investimenti del Pnrr nelle infrastrutture inerenti il ciclo integrato dei rifiuti».